Archivi tag: Le ali della libertà

Viva la Libertà di espressione… un SERVIZIO PUBBLICO….

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BASTA PEDOFILIA…….

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CARI AMICI VI CHIEDO UN FAVORE CONTRO OGNI VIOLENZA SUI MINORI ..PER DIRE BASTA ALAL PEDOFILIA..METTIAMO UNA CANDELA ACCESA SUI VOSTRI TERRAZZI,BALCONI ,FINESTRE E’ UN LENZUOLO BIANCO..DICIAMO BASTA ALLA PEDOFILIA.

 

 

NUN TE REGGHE PIU’………….

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Tagli al welfare: manifestano i disabili. “Sdraiati in piazza per simulare un olocausto”

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Scenderanno in piazza, e si immoblizzeranno per alcuni minuti sdraiati a terra, simulando un olocausto che silenziosamente si sta impossessando di un’esistenza sempre più precaria. Loro sono tutte quelle persone che si definiscono “come una grande famiglia”, una famiglia che lotta e difende i diritti dei disabili. Quei diritti che mai come oggi sono finiti sotto la scure dei famigerati tagli governativi. Perché si sa, in tempo di crisi diventa legittimo risparmiare su tutto. Pure se a costo del risparmio si levano servizi assistenziali fondamentali.

Con questo spirito, in un mix di rabbia e indignazione, nasce il flash mob che il 29 ottobre trasformerà piazza Nettuno a Bologna, nel teatro di un’iniziativa insolita, diversa per natura da qualsiasi altra manifestazione. Gli attori principali della ‘presa di piazza’, saranno i disabili, i loro familiari, e chi lavora con loro fianco fianco, come gli educatori sociali, le associazioni di volontariato e poi tutte le persone che vorranno solidarizzare con quell’olocausto invisibile che getterà tutti a terra, per cinque lunghissimi minuti di silenzio. Un silenzio che esprimerà appieno come non si possa fare altro che morire, giacere a terra, di fronte ai tagli che negano un diritto fondamentale come quello all’assistenzialismo.

“Prima di tutto – afferma Daniela, promotrice dell’iniziativa e rappresentante dell’associazione Orsa – desidero sottolineare che quando un familiare è affetto da un grave handicap, come nel mio caso lo è mia figlia, tutta la famiglia diventa disabile perché le condizioni del nucleo familiare vengono alterate. Quello che più ci spinge a buttarci a terra sabato, simbolicamente ‘morti’, sta nel fatto che la nuova manovra finanziaria sta letteralmente massacrando l’handicap. I dati parlano chiaro: nel 2011 gli stanziamenti al sociale sono due miliardi in meno rispetto al 2008 e un miliardo in meno rispetto al 2010, quindi in un anno i fondi del welfare hanno subito un taglio del 63,4%”.

Tagli che ricadono interamente sui servizi assistenziali, sul sostegno nelle scuole, sull’affiancamento degli educatori e anche sui centri diurni. E non solo. Perché la riduzione degli stanziamenti dedicati al welfare e in particolare all’handicap ricade anche su chi vive tutti i giorni la disabilità: “La famiglia – continua Daniela – è la prima ad essere colpita dai tagli e per questo motivo si rischiano situazioni di estrema povertà. La Regione Emilia Romagna il 20 dicembre 2009 ha modificato l’articolo 49 della legge 2 del 2003 reintroducendo quanto stabilito dalla delibera 875 del 1993, ovvero reinserire nel reddito delle persone disabili anche le indennità non soggette all’Irpef”. Tradotto, significa che tutte le indennità assistenziali, che la legge 328/2000 aveva stabilito come un diritto essenziale della persona disabile, ora rientrano pienamente nel reddito delle varie famiglie con disabili, portandole ad una vera e propria compartecipazione alla spesa. E in molti casi si parla di persone sole, anziane, che sull’orlo della povertà si trovano nel paradosso, cioè a dover pagare servizi che dovrebbero essere garantiti loro come un diritto.

“Un altro aspetto che vogliamo rivendicare con il flash mob – sottolinea Daniela – è il lavoro di cura della famiglia di un disabile che viene totalmente ignorato. Se si va in un centro residenziale, ovvero una struttura che accoglie persone disabili sole, si paga introno ai 5mila euro. Per chi invece non si appoggia a quei centri non esiste un riconoscimento del lavoro di cura svolto dalle famiglie. Anzi si pensa a tagliare le varie sovvenzioni. E lo trovo davvero vergognoso”. E con un’emozione velata aggiunge: “Mi piacerebbe che tutte le persone che ci vedranno sabato capiscano che la disabilità è un problema sociale e non privato. Se si inizia a capire che le famiglie disabili non vanno lasciate da sole allora si può iniziare a rendere giustizia. E’davvero difficile vivere in una situazione di ‘non integrazione’”.

Si prevede una larga partecipazione all’iniziativa, molti arriveranno anche da fuori Bologna: “Molti amici – precisa Daniela – arriveranno da Forlì, Roma, Pescara e sui vari blog è un continuo tam tam di persone che decidono di unirsi al nostro flash mob. Speriamo davvero che tutto questo dia grande visibilità al mondo dell’handicap. E speriamo in una giornata di sole”. Per illuminare così lo striscione che verrà sventolato, come simbolo di un ‘olocausto latente’: “Tagli sui soggetti improduttivi: il nuovo massacro dei disabili”.

di Carmen Pedullà

Ci sarebbe tanto da fare……

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L’AMORE VA OLTRE………

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Senza catene…..liberi di esserci!!!!

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Arriva un nuovo social network solo audio accessibile ai ciechi

Roma, 16 ott. (Adnkronos) – Un social network per tutti dove si possono caricare esclusivamente file audio e, quindi, perfettamente accessibile e fruibile da parte di non vedenti e ipovedenti. Eppure, nello stesso tempo, non dedicato esclusivamente ai disabili visivi e quindi tutt’altro che ghettizzante.Per questo, Freerumble, il primo social-audio del web nato pochi mesi fa per far parlare gli scienziati, sta raccogliendo un successo crescente fra chi non può più vedere ma vuole comunicare col mondo parlando. Freerumble sta diventando “un modo brillante per superare la situazione esistente in rete, che vedeva di fatto i disabili della vista discriminati ed esclusi dalla partecipazione a un fenomeno di massa, come quello dei social network, ancora più importante per coloro, come le persone con disabilità visiva, che incontrano grossi problemi nel muoversi fisicamente per socializzare” afferma Giulio Nardone, presidente nazionale dell’Associazione Disabili Visivi (Adv).Freerumble, il social-audio fondato da Sonia Topazio, scrittrice e portavoce dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che verrà inaugurato ufficialmente il 20 ottobre a Roma, a Palazzo Marini, sta, insomma già segnando un cambio di passo nell’uso dei social network, finora preclusi ai non vedenti.”Le potenzialità che intrinsecamente possiede Freerumble -aggiunge Gabriel Battaglia, istruttore subacqueo per non vedenti – se messe al servizio della comunità dei non vedenti, potrebbero aprire entusiasmanti orizzonti ricchi di nuove opportunità di studio, sociali, culturali e di divertimento”. Con questo sito, spiega Sonia Topazio anticipando i contenuti della conferenza di inaugurazione del social-audio, “possiamo creare un ponte tra i volontari dell’Uiciechi e dell’Adv con Freerumble in maniera che tutti gli studenti ciechi possano fare richiesta di letture volontarie o riassunti su determinati capitoli di libri scolastici che non sono fruibili sul web”.Ma non solo. “Vogliamo fare in modo – continua Topazio – che per ogni immagine caricata su Facebook si potesse inserire accanto l’audio Freerumble che spiegasse quella determinata immagine. Vogliamo caricare su ‘Rumblesecret’ interi libri letti da donatori di voce, direttamente online, in maniera che l’utente possa collegarsi ed ascoltare senza bisogno di inviare cd, cassette, recarsi in posta, abbattendo tutti i costi dei supporti multimediali”. E ancora. Con questo sito, prosegue Sonia Topazio, “possiamo creare audioblog in cui non vedenti esperti in qualsiasi campo, personale o professionale, possano condividere loro esperienze di vita ed essere ascoltati, e quindi, di fatto, insegnare ad altri, senza bisogno di conoscersi od incontrarsi di persona. Tutto ciò potrebbe permettere la condivisione di esperienze dirette, superando eventuali difficolta’ da parte di alcuni non vedenti, nel muoversi fisicamente per raggiungere luoghi diversi da quelli in cui vivono”. “Anche inserire la descrizione audio del maggior numero possibile di opere artistiche del mondo è un obiettivo di Freerumble per i non vedenti. Ciò consentirebbe ai disabili visivi -conclude Topazio- di accedere, direttamente da casa, ad una sorta di museo virtuale attraverso la descrizione ‘parlata’ di quadri, chiese, statue od monumenti”.

Angeli in terra…liberi di agire….

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Chi siamo

Medici Senza Frontiere (MSF) è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo creata da medici e giornalisti in Francia nel 1971.

Oggi MSF fornisce soccorso umanitario in più di 60 paesi a popolazioni la cui sopravvivenza è minacciata da violenze o catastrofi dovute principalmente a guerre, epidemie, malnutrizione, esclusione dall’assistenza sanitaria o catastrofi naturali. MSF fornisce assistenza indipendente e imparziale a coloro che si trovano in condizioni di maggiore bisogno. MSF si riserva il diritto di denunciare all’opinione pubblica le crisi dimenticate, di contrastare inadeguatezze o abusi nel sistema degli aiuti e di sostenere pubblicamente una migliore qualità delle cure e dei protocolli medici.

Nel 1999 MSF ha ricevuto il premio Nobel per la Pace

L’azione umanitaria

Il lavoro di MSF si basa sui principi umanitari dell’etica medica e dell’imparzialità. L’impegno di questa organizzazione è quello di portare assistenza medica di qualità alle popolazioni in pericolo, indipendentemente da razza, religione o credo politico.

MSF opera in modo indipendente da qualsiasi agenda politica, militare e religiosa. Le équipe mediche effettuano delle valutazioni sul terreno per determinare i bisogni sanitari della popolazione prima di avviare un progetto. La capacità di MSF di rispondere a una crisi in modo indipendente è fondata sull’indipendenza dei suoi finanziamenti. L’89% del finanziamento globale di MSF proviene da fonti private, non dai governi. Nel 2006 MSF ha avuto oltre tre milioni tra donatori individuali e finanziatori privati.

MSF è neutrale. L’organizzazione non si schiera in caso di conflitti armati, fornisce assistenza sanitaria basandosi unicamente sui bisogni della popolazione e si batte per incrementare l’accesso indipendente alle vittime del conflitto, come previsto dal diritto umanitario internazionale.

I principi dell’azione di MSF sono descritti nella Carta fondativa dell’organizzazione, stilata nel 1971, che stabilisce un quadro di riferimento per le sue attività.

Testimonianza e denuncia

Nel corso del proprio lavoro, le équipe sanitarie di MSF sono spesso testimoni di violenze, atrocità e negligenze, soprattutto in regioni che ricevono scarsa attenzione da parte dell’opinione pubblica mondiale. Può accadere talvolta che MSF faccia delle denunce pubbliche: per portare all’attenzione generale una crisi dimenticata, per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli abusi che si verificano lontano dalle prime pagine dei giornali, per criticare le inadeguatezze del sistema degli aiuti o per contrastare il dirottamento di aiuti umanitari per interessi politici.

Nel 1985, MSF ha denunciato pubblicamente lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di persone da parte del governo etiope; ha fatto un passo senza precedenti quando nel 1994 ha richiesto un intervento militare internazionale in seguito al genocidio nel Ruanda; ha condannato il massacro di civili serbi a Srebrenica nel 1995; ha condannato pubblicamente il bombardamento russo della capitale cecena Grozny; infine ha richiamato l’attenzione del mondo sulla crisi del Darfur nel 2004 e nel 2005 presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Nel 2008, MSF ha richiamato l’attenzione pubblica mondiale sul crescente numero di vittime civili nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centrafricana, in Ciad e in Somalia; ha sostenuto pubblicamente l’ampia diffusione di nuovi protocolli per la cura della malnutrizione che prevedano l’impiego di alimenti pronti all’uso; si è battuta contro il ricorso dell’azienda farmaceutica Novartis che si opponeva alla produzione di farmaci generici in India, paese che produce circa l’80% dei farmaci dei paesi in via di sviluppo; e infine ha denunciato pubblicamente il piano dei governo thailandese e di quello laotiano di far rientrare forzatamente nel Laos circa 8.000 rifugiati Hmong.

Le équipe sanitarie di MSF presenti sul terreno dialogano costantemente con le autorità locali, con le parti in guerra e con le agenzie umanitarie per cercare di garantire ai pazienti e alle loro comunità la migliore assistenza sanitaria possibile nonché per rafforzare l’indipendenza operativa dell’organizzazione.

MSF: chi sono i nostri operatori umanitari

Ogni giorno nel mondo ci sono più di 27mila persone, di decine di nazionalità diverse, impegnate a dare assistenza alle popolazioni coinvolte in vari contesti di crisi. Sono medici, infermieri, esperti di logistica, amministratori, epidemiologi, tecnici di laboratorio, esperti di igiene mentale ecc. che lavorano insieme nel rispetto dei principi che guidano l’azione umanitaria e l’etica medica.

Lo staff di MSF sul terreno è supportato dai colleghi che lavorano nelle 19 sedi dislocate in tutto il mondo, tra cui l’Italia. La stragrande maggioranza degli operatori umanitari di MSF proviene dalle comunità coinvolte nella crisi e il 10% delle équipe è composta da staff internazionale, tra cui oltre 200 operatori italiani nel 2007.

Assistenza sanitaria di qualità
MSF rifiuta l’idea che i paesi poveri meritino un’assistenza sanitaria di terza categoria e fa di tutto per fornire ai pazienti un’assistenza di alta qualità e migliorare le procedure dell’organizzazione. Il lavoro fatto con la Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali e, negli ultimi anni, la collaborazione con la Drugs for Neglected Diseases initiative (DNDi) hanno contribuito ad abbassare il prezzo delle cure per l’HIV/AIDS e stimolato la ricerca e lo sviluppo di farmaci per la cura della malaria e di malattie dimenticate quali la malattia del sonno e il kala azar.

Struttura internazionale

MSF è un movimento internazionale costituito da un ufficio internazionale a Ginevra e da 19 sezioni: Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Hong Kong, Italia, Giappone, Lussemburgo, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e gli Stati Uniti. Ogni sezione risponde a un consiglio direttivo eletto dai suoi membri (membri o ex membri dello staff sul terreno di MSF) nel corso di un’assemblea generale che si tiene annualmente. Le sedi nazionali reclutano gli operatori umanitari, promuovono l’organizzazione, le campagne di stampa e di sensibilizzazione, fanno raccolta fondi contribuendo al finanziamento e allo svolgimento delle missioni.

Inoltre, alcune delle sezioni partner gestiscono dei progetti sul terreno, per delega di una delle sezioni operative. In questo ambito, MSF Italia gestisce – dall’inizio del 2005 – dei progetti che, attualmente, sono in Niger, Haiti, Ucraina, Iraq e nel sud Italia.